Le ancore sono oggetti pesanti e dalla forma particolare utilizzati sin dall’antichità per trattenere le imbarcazioni in un punto preciso, evitando che vento e corrente possano farle spostare.
I più antichi esempi di ancore consistevano in semplici pietre o ceste colme di sabbia o ciottoli con un cavo/cima che le manteneva collegate alla barca.
Con l’avanzare delle tecnologie, i materiali prevalentemente utilizzati per questi importantissimi elementi sono diventati il ferro, la ghisa o l’acciaio. Possono essere tenute collegate all’imbarcazione per mezzo di cime o catene e il loro peso varia in funzione della lunghezza e del dislocamento dell’imbarcazione stessa.
Forma delle ancore e tipologia di fondali
Sebbene esistano diverse tipologie di ancore, la forma e gli elementi costitutivi sono sempre gli stessi e sono perfettamente riconoscibili nell’ancora ammiragliato: la cicala è il maniglione che connette la catena all’ancora; il corpo principale è costituito dal fuso mentre il ceppo è posto trasversalmente ad esso e permette all’ancora di mantenere la posizione corretta; il diamante è l’incrocio tra il fuso e i bracci e in corrispondenza di esso è spesso montato un altro maniglione collegato alla grippia, una cima o catena utilizzata per salpare l’ancora nel caso risulti “incattivita”, cioè bloccata tra le rocce; ogni braccio è costituito dalla marra e dalla patta; a sua volta la patta è formata dall’unghia e dall’orecchia.
Di base possiamo riconoscere cinque maggiori “famiglie” di ancore:
- ancore a ceppo (ammiragliato, Northill): adatte a fondali diversi ma abbastanza pesanti e non adatte alle piccole imbarcazioni.
Ancora Northill aperta
Ancora Northill chiusa - ancore a vomere (CQR, Delta, Kobra, Brake): molto efficaci su sabbia e rocce ma fanno poca presa sulle alghe. Piccola curiosità: l’ancora CQR è chiamata così come abbreviazione della parola inglese “secure”, cioè “sicura”.
Ancora CQR
Ancora Delta
Ancora Kobra
Ancora Brake - ancore a cucchiaio (Bruce, Spade, Rocna, Ultra): la larghezza delle loro patte produce grande resistenza che le rende ottime su fondali sabbiosi o fangosi.
Ancora Bruce
Ancora Spade
Ancora Rocna
Ancora Ultra - ancore a marre articolate (Danforth, Hall, Fortress): hanno la caratteristica di avere il diamante snodato che gli permette di orientare le marre verso il fondale e di fare presa. Ottime per fondali sabbiosi o fangosi, non lavorano bene o addirittura scivolano su fondali di alghe.
Ancora Danforth
Ancora Hall
Ancora FortressIl funzionamento delle marre articolate è ben mostrato qui di seguito.
- ancore a grappino o a ombrello: sono ancore di costruzione semplice adatte a piccoli natanti.
Ancora a grappino
Ancora a ombrello
Altre due categorie a parte sono quelle delle ancore permanenti e delle ancore galleggianti.
Le ancore permanenti sono molto pesanti e non devono essere sollevate a bordo. Possono semplicemente essere costituite da blocchi di cemento, piuttosto economico e facile da formare. Un’ancora permanente viene detta anche corpo morto.
Ancora galleggiante
Le ancore galleggianti possono essere di due tipi a seconda della loro funzione: a paracadute e a trascinamento.

Lo scopo del loro utilizzo è quello di mantenere il controllo dell’imbarcazione in condizioni meteomarine difficili ma tra le due tipologie esistono delle differenze sostanziali.
Quelle a paracadute sono in genere filate di prua con l’imbarcazione a secco di vele e mantengono l’imbarcazione allineata con le onde, aiutando ad evitare che si intraversi. In questo senso, è questa tipologia che può considerarsi più propriamente un’ancora galleggiante.

Funzionamento dell’ancora galleggiante a paracadute
Ovviamente, l’utilizzo dell’ancora galleggiante non blocca del tutto il moto dell’imbarcazione, che subirà sempre lo scarroccio dovuto ai venti. Per questo motivo, è fondamentale essere sicuri di non avere ostacoli sottovento quando si fila l’ancora in modo da non rischiare di finirci contro.
Le ancora galleggianti a trascinamento (anche dette spere), invece, sono formate da una serie di coni e, filate da poppa anche con barca in movimento e vele issate, rallentano la planata dell’imbarcazione che, spinta da un frangente, rischierebbe di intraversarsi o ingavonarsi.

Funzionamento delle spere
Sempre riguardo alle spere, può essere utile notare che, fissate alla poppa con una briglia portata ai due winch del fiocco, in casi estremi possono tornare molto utili come timone di emergenza: infatti, cazzando la cima da una parte o dall’altra dall’imbarcazione, la briglia di collegamento diverrà asimmetrica e porterà la barca a ruotare.

Tipologie di ancoraggio e regole di sicurezza
Ancoraggio alla ruota
L’ancoraggio con una sola ancora è detto anche “ancoraggio alla ruota” perché in base alla corrente o al vento la barca tenderà a ruotare attorno all’ancora con un raggio pressoché pari alla lunghezza di catena o cima filata (calumo).

Ancoraggio con ancore appennellate
In caso di cattivo tempo è utile effettuare un ancoraggio con ancore appennellate, ponendo, cioè, due ancore una di fila all’altra: la seconda ancora (quella di rispetto) viene posta anteriormente a quella principale e viene collegata al diamante di essa. Tuttavia, con questa configurazione l’imbarcazione tenderà comunque a ruotare attorno all’ancora principale come nel caso dell’ancoraggio alla ruota.


Ancoraggio con ancore afforcate
Per evitare l’eccessivo movimento attorno all’ancora, è possibile afforcare le ancore, cioè disporle con un angolo di 45° tra di loro in modo da “bloccare” parzialmente la rotazione attorno ad esse.

Quanta cima o catena bisogna filare per un ancoraggio corretto?
Le norme prevedono che la lunghezza di calumo vada a 3 a 5 volte la profondità del fondale. In caso di cattivo tempo, questa lunghezza dovrà essere anche maggiore.
Ma qual è la ragione? Dipende tutto dal sistema di funzionamento delle ancore: il loro peso da solo non basterebbe a tener ferma l’imbarcazione ed è necessario che l’ancora “faccia testa“, cioè che si blocchi saldamente o incastrandosi tra le rocce o conficcandosi nel fondale. Per fare in modo che le marre affondino nel fondale è necessario che il tiro sull’ancora sia quanto più parallelo possibile al fondale. Un tiro più verticale tenderebbe a farla spedare, facendola arare e perdendo la presa.

In un ancoraggio corretto si può vedere come anche il peso della catena contribuisca a mantenere il tiro parallelo al fondale. Questo comporta il fatto che se il calumo è composto solo da cima e non da catena, sarà necessario considerare una lunghezza maggiore per avere una presa più salda.

Ancoraggio corretto

Ancoraggio non corretto
Cima da filare per l’ancora galleggiante
Per utilizzare l’ancora galleggiante è bene tener presente che, di norma, la cima da filare deve essere lunga almeno 10 volte la lunghezza dell’imbarcazione, in modo da riuscire a lavorare correttamente. Inoltre, per essere sicuri che l’ancora si tenga a fondo senza venire fuori dall’acqua, si possono utilizzare dei contrappesi o, banalmente, una catena come giunzione tra il “paracadute” e la cima collegata alla prua.
Per le spere la lunghezza della cima portante deve essere regolata in base alla direzione delle onde e al loro periodo: per fare in modo che funzioni bene, è necessario che la spera si trovi immersa nell’esatto momento in cui la poppa viene sollevata da un’onda.